Un’installazione botanica che prende forma dalla lettura e dallo studio del XXXIII capitolo del romanzo I Promessi Sposi, nel quale l’autore descrive con dovizia di particolari un giardino abbandonato elencando ogni pianta ospitata al suo interno. Il fascino suscitato delle pagine del Manzoni di fronte allo spettacolo dell’abbandono, quasi anticipa quell'idea di “giardino senza giardiniere” che avrà una importanza centrale nel concetto di “Terzo paesaggio”, sviluppato da Gilles Clément nella seconda metà del novecento.
Questa suggestione ha colpito Claudio Rocchetti, la cui ricerca è da tempo incentrata sul rapporto tra abbandono e memoria. In seguito ad una visita a Forte Marghera, l’artista ha individuato un’area specifica in cui dar luogo a questa fascinazione: il Giardino Promesso è un’installazione botanica realizzata con tutte e 20 le piante citate nella descrizione del giardino di Manzoni, una scultura-ambiente in continuo mutamento, situata in un prato del parco di Forte Marghera, tra un albero ormai caduto e un terrapieno difensivo.
Nel Giardino Promesso varie piante da frutto e altre erbe sono lasciate libere di crescere e svilupparsi: un giardino lasciato a se stesso, alla spontanea vitalità vegetale, un luogo dove le specie solitamente eliminate prosperano e si moltiplica la varietà e diversità, anche con semi portati dagli uccelli o dal vento che producono piante a sorpresa incredibili.
Il Giardino Promesso accoglierà un ciclo di performance sonore di musicisti italiani ed europei, programmate per tutto il mese di maggio 2013. Questi appuntamenti dedicati al suono hanno lo scopo di mettere in relazione la ricerca musicale contemporanea a un particolare paesaggio e a due temi: l’abbandono e la memoria. Claudio Rocchetti descrive la musica come “un sistema di addii”, in cui ad ogni nota che muore ne succede da un’altra, che ne mantiene vivo il ricordo. All’interno di questa fisica del suono emerge il rapporto con la vita vegetale perché, come il seme scompare con la crescita della pianta, così il frutto succede al fiore, mantenendone il ricordo e la possibilità di riproduzione.
Il progetto è pensato come un processo che segue il tempo naturale dello sviluppo delle piante: dal testo di Manzoni, infatti, i botanici che hanno collaborano per il progetto hanno dedotto che il periodo a cui corrisponderebbe la descrizione è l'autunno (probabilmente ottobre), in cui tutte le specie vegetali sono fiorite e cresciute fino a corrispondere a quell'idea di "abbandono" che è il soggetto dell'intera operazione.
Programma:
Venerdì 3 maggio: Claudio Rocchetti
Venerdì 17 maggio: Ottaven
Venerdì 24 maggio: Enrico Malatesta, Attila Faravelli & Matija Schellander
Venerdì 31 maggio: Kam Hassah
Inaugurazione venerdì 3 maggio 2013, ore 18.30
Eventi-Arte-Venezia: Il Giardino Promesso
Forte Marghera
Padiglione Palmanova, Mestre