Non sono solo le pareti a essere verdi: ci sono le aiuole sul pavimento, i tronchi d'albero, gli arredi di cartone e le lampadine a risparmio energetico. E anche gli abitanti o, meglio, i co-abitanti che trascorrono il loro tempo respirando "aria buona" tra mobili eco-compatibili, chaise longue, mega schermi con Xbox e biliardino, per stimolare lo spirito di condivisione e la creatività.
Dato che anch'io mi sento molto green, in via Merano ci sono arrivato con la bicicletta. In questa zona, che a molti potrebbe evocare remote periferie milanesi e che invece si trova a due colpi di pedale dal centro, in oltre 3.000 mq distribuiti su quattro livelli, nasce Talent Garden Milano, un interessante progetto di condivisione-coabitazione di startup e aziende innovative, freelance, agenzie, venture capitalist, incubatori, acceleratori, imprese piccole e medie. Elio Ragnoli, autore del progetto architettonico e dell'adeguamento impiantistico di quelli che furono i vecchi uffici Smau, mi guida in quello che è banalmente definito CoWorking — insistendo sui tre concetti fondamentali di sostenibilità, riutilizzo e design — tra sale riunioni, postazioni individuali, "cabine private" per conference call, reception, aree ristoro e addirittura posti letto. Il modello Talent Garden (TAG) mira non solo alla condivisione degli spazi di lavoro ma — attraverso eventi, iniziative, attrezzature e spazi comuni — a raccogliere tutto ciò che germoglia all'interno di un territorio per svilupparlo tra persone che hanno interessi simili, stimolandone la collaborazione e creando quello che Davide Dattoli, uno dei giovani co-fodatori di TAG, definisce "Passion Working Space".