Coordinati da Luisa Collina (Politecnico di Milano), Matteo Gatto (Expo 2015 Spa) e Luca Molinari, studenti e docenti sono stati ospitati dal Politecnico di Milano per tre settimane di intenso lavoro. Obiettivo del workshop è stato quello di progettare nove "aree tematiche" per l'Esposizione Mondiale che nel 2015 rilancerà Milano come una delle più importanti città del mondo.
Il workshop incoraggia un'azione progettuale partecipata dalla quale sono scaturiti dei progetti per dei padiglioni espositivi inseriti all'interno di aree tematiche chiamate Cluster: si tratta di aree comuni dedicate alle nazioni che non intendono partecipare con un proprio padiglione nazionale. La novità dei Cluster risiede nel fatto che si provano a superare i limiti geografici e politici delle singole nazioni, come accadeva nelle scorse Expo mondiali. Quindi non più singoli padiglioni per singole nazioni, ma temi che accomunino, mettano insieme, che rendano manifeste le similarità e convergenze dovute a dati di fatto oggettivi resi manifesti da clima e alimentazione. Così i Cluster sono stati suddivisi nelle seguenti aree tematiche: Riso, Caffè, Cereali e Tuberi, Cacao, Frutta e Legumi, il mondo delle Spezie, il BioMediterraneo, Agricoltura delle zone aride e infine Mare e Isole.
Questo stesso spirito di superamento dei limiti geografici e politici è stato lo spirito di quei 135 studenti, 38 docenti e 54 tutor, provenienti dalle università di tutto il mondo, che hanno dato vita a un laboratorio creativo capace di produrre in 3 settimane 27 progetti/proposte di impatto certo.
I progetti presentati dai gruppi di lavoro partecipanti — grazie al frame-work concettuale predisposto dagli organizzatori del workshop — vanno a definire meglio l'immagine di quello che sarà la prossima esposizione mondiale del 2015.
Fra i momenti più intensi va ricordata la lectio magistralis di Kengo Kuma, il cui lavoro mostra una grande affinità con il senso generale del workshop, in quanto il lavoro dell'architetto giapponese verte sulla ricerca dei materiali e sul come produrre molto con molto poco, complessità attraverso semplicità. In tal senso, non pochi degli studenti hanno beneficiato degli input sia di Kuma così come degli altri esperti coinvolti nelle attività del workshop.
Affidarsi ai giovani progettisti significa fidarsi del fatto che ricopriranno un ruolo cruciale nello sviluppo economico del pianeta e nel dare vita a una maggiore interconnessione fra nazioni distanti fra loro
Salvator-John A. Liotta, Francisco Spadoni
Coffee Cluster: University of São Paulo (Brasile), e University of Nairobi (Kenya)
Rice Cluster: Tongji University (Cina) e National University of Hanoi (Vietnam)
Cocoa Cluster: USI – Università della Svizzera Italiana e Instituto Tecnológico de Monterrey ITESM (Messico)
Fruits and legumes Cluster: The Bezalel Academy (Israele) e Cape Peninsula University, Cape Town (Sud Africa)
World Of Spices Cluster: IUAV of Venice e NID National Institute of Design (India)
Cereals Cluster: Parsons, School of Design (New York, USA) e MARKHI – Moscow Institute of Architecture (Russia)
Bio-Mediterraneum Cluster: II Università degli Studi di Napoli and American University in Cairo (Egitto)
Arid Zones Cluster: ETSAM Escuela técnica superior de arquitectura de Madrid (Spagna) e Birzeit University (Palestina)
Sea And Islands Cluster: Aalto University (Finlandia) e University of Tokyo (Giappone)