Curatrice è Constance Rubini, direttrice del Museo delle Arti decorative e del design di Bordeaux, che ha scelto di presentare le opere nel suggestivo spazio della chiesa medioevale di Saint-Rémi.
“Entrare nell’opera di Andrea Branzi”, scrive Rubini nell’introduzione al libro pubblicato da Gallimard in occasione della mostra, esaustiva monografia dedicata al lavoro dell’architetto, “è come penetrare in una grande casa, all’interno della quale ogni porta si apre su uno spazio diverso”.
Branzi è stato tra i fondatori del movimento dell’Architettura Radicale prima e del Nuovo Design Italiano poi, ha avuto un ruolo centrale in Alchimia e Memphis, ha sdoganato il progetto dal vincolo funzionalista liberandone l’energia poetica e narrativa, rifiutando il lieto fine a cui ci avevano abituato i maestri del moderno e l’aspetto patinato di un certo design contemporaneo.
In mostra le differenti tappe del suo percorso in una successione tematica che parte dal 1966, anno della tesi di laurea “Luna Park a Prato” (collezione Centre Pompidou), della nascita di Archizoom e della mostra Superarchitettura, momento germinale per il radical design italiano. Sono gli anni della collaborazione con Poltronova, che produce il divano a composizione variabile Superonda (1966) la poltrona Mies (1968) e il divano componibile Safari, oggetti pop, concepiti per sovvertire le norme dell’abitare borghese.
A sottolinearne la dimensione al tempo stesso sacra e domestica, non solo fiori ma sassi, foglie secche e vegetali: mele, piccole zucche, sistemati con una cura che rimanda all’arte dell’Ikebana.
Fa da compendio all’esposizione No-Stop City vision de ville, mostra proposta da Arc en Rêve centro di Architettura:sorta di prologo che prende il nome dal fondamentale progetto del 1969 con Archizoom, e che rappresenta l’aspetto teorico del lavoro di Branzi. La dimensione dell’infinito, della città che si scioglie e disgrega divenendo puro flusso merceologico, trova la sua chiarificazione nelle maquettes No-Stop City e No-Stop Theater e nei modelli presentati alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2010, sotto il nome “Per una Nuova Carta di Atene”, ad esprimere l’esigenza di ripensare la città in un mondo non più divisibile per zooning, come ipotizzava Le Corbusier nell’omonimo documento.
fino al 25 gennaio 2015
Andrea Branzi, Pleased to meet you, 50 ans de création
Museo delle Arti decorative e del design, Bordeaux