Martina Angelotti: Il decimo compleanno di Lungomare è l’occasione per fare il punto non soltanto sull’attività che il vostro spazio porta avanti da molto tempo a Bolzano, ma anche per riflettere sul concetto di spazio pubblico come bene comune e luogo consapevole della cittadinanza. Come questo pensiero si relaziona alla vostra decennale attività e come è cambiato col tempo?
Lungomare: Per il progetto “Lungomare Gasthaus”, la città di Bolzano è diventata un luogo di confronto sia d’idee di sviluppo urbano sia di riflessioni su come viviamo e interpretiamo oggi l’idea di democrazia e azione pubblica. Per esempio, nel workshop “Where the things are wild” a cura di Roberto Gigliotti e Jonathan Pierini, il laboratorio temporaneo Osservatorio Urbano avviato nel 2005 da Lungomare, indaga gli spazi dedicati alla comunicazione nella città di Bolzano ed esplora i confini tra i luoghi reali e metaforici dell'informazione, sperimentando modi possibili di produrre interferenze e influenze reciproche. Le attività e gli eventi di Lungomare non si rivolgono solamente a un pubblico esperto, ma cercano di coinvolgere e di parlare a un pubblico allargato. Osservatorio Urbano è uno dei progetti che risponde a questo intento, trattando il tema dell’osservazione diffusa di una città, al di là degli strumenti propri della progettazione urbanistica. I modelli di lettura della città sono aperti e flessibili, fanno dell’imprecisione una qualità di osservazione inedita e presentano uno sguardo sfocato della città, che lascia spazio alla percezione emotiva e personale. L’attività di Lungomare tenta di mettere in discussione certezze e incertezze che arrivano dalla nostra vita quotidiana e i luoghi che abitiamo ogni giorno. Temi che costituiscono anche il programma di “Lungomare Gasthaus”, che ha coinvolto più di 50 persone per creare un luogo di convivialità e incontro, ma anche di trattativa e scambio.
Martina Angelotti: Gasthaus, un tempo e un luogo. Che tipo di tempo e di luogo, e come si sono evoluti e trasformati?
Gasthaus: Un luogo che non è unico, non è fisso e stabile; e un tempo senza inizio e senza una fine. Un luogo in cui stabilire una relazione precisa con i dintorni, radicato nel contesto per il quale è stato pensato. Sguardi che convergono dall'esterno e dall'interno, si sovrappongono per approfondire una dimensione corale e per mantenere una giusta e necessaria distanza critica. Il luogo non è unico perché vuole confrontarsi con altri luoghi, sia per scambiare considerazioni e sensazioni, sia per scambiare strategie di attivazione e riflessioni su quello che sarà. “Lungomare Gasthaus” vuole essere uno spazio di pensiero, vuole confrontarsi con il nostro presente e con i futuri sviluppi – sia in termini culturali, sociali e politici sia con le condizioni della produzione culturale attuale. Marzia Migliora con il suo progetto Con la cultura non si mangia pensato per Gasthaus, apre la riflessione, introducendo la scena di un ipotetico Parlamento in cui la tavola apparecchiata appare come un discorso aperto dove si alternano punti di vista in opposizione. Una serie di piatti in ceramica che riportano dodici citazioni riprese da discorsi di politici italiani riguardo al tema della cultura. I commensali di Lungomare Gasthaus vengono in questo modo incentivati a prendere una posizione e a formulare delle idee riguardo ai possibili modi di manifestare un impegno individuale riguardo lo sviluppo della cultura e della formazione.
Martina Angelotti: Per “festeggiare in compagnia”, avete invitato un artista, Luigi Coppola, e una curatrice, Filipa Ramos, ad aiutarvi a completare la riflessione che in ciascuno dei due sguardi ha preso aspetti più specifici. Quali sono stati i punti di partenza a cui vi siete ispirati per ampliare certe questioni importanti per Lungomare?
Gasthaus: Fin dalle prime riflessioni sul progetto, esisteva il desiderio di creare un formato che non fosse auto-celebrativo, ma piuttosto ci desse la possibilità di mettere in discussione le domande e i temi che arrivano dalla nostra pratica di curatori e designer. Le relazioni con i contesti sociali e geografici, la produzione culturale e un approccio multidisciplinare al progetto, sono gli elementi che accomunano i progetti realizzati in questi dieci anni. ll progetto Gasthaus appena inaugurato è in linea con la riflessione legata alla transdisciplinarità tra il design, l'architettura, la pianificazione urbana, l'arte e la teoria. La maggior parte dei curatori, degli artisti e dei designer invitati a “Lungomare Gasthaus” ha sviluppato un lavoro inedito in stretto dialogo con i curatori del progetto. L'architettura temporanea dello spazio realizzata dal collettivo ConstructLab/EXYZT si ispira alle rovine di un teatro del mare. Nella parte inferiore della struttura in legno è collocata la cucina aperta della trattoria e nella parte superiore si apre un palcoscenico polifunzionale.
Martina Angelotti: A partire da tali riflessioni, qual è stato invece il contributo di Luigi Coppola?
Gasthaus: Masses & Motets – Esercizi di coralità politica consiste in tre performance musicali incentrate sulla resistenza alla società dello spettacolo e dei consumi, la testimonianza, la proposta e la visione politica. Le performance vengono eseguite in diversi luoghi pubblici della città e culminano a “Lungomare Gasthaus” in un’azione collettiva che coinvolge tutti i partecipanti, provenienti da generi musicali e performativi differenti come hip hop, letteratura performativa, canto polifonico, teatro, poetry slam, musica leggera e musica sperimentale. Masses & Motets è frutto di un’intensa collaborazione con il compositore Marcello Fera e la drammaturga Ina Tartler. In linea con la filosofia di Lungomare, anche questo progetto usa lo spazio urbano innanzitutto come spazio di azione e d’indagine.
Martina Angelotti: “Lungomare Gasthaus” è una proposta di grande valore comunitario, artistico, culturale della socialità. In che modo lo spazio dell'arte può diventare uno spazio di condivisione della conoscenza?
Gasthaus: Pensiamo che l'arte, il design, l'architettura e la cultura in generale abbiano la responsabilità di stimolarci a riflettere sulla realtà che ci circonda e di mettere in discussione le conoscenze che, a volte, troppo in fretta, accettiamo come verità acquisite. Non ci interessa farlo in un laboratorio chiuso, da soli, ma piuttosto in una riflessione collettiva e processuale. In questo senso la condivisione, forma la modalità d'interazione alla base di ogni progetto. La pratica di Lungomare è caratterizzata da un continuo sguardo che si muove alternativamente dall'interno verso l’esterno. Il project space in sé è un tentativo di attivare un luogo comunitario e con “Lungomare Gasthaus”, viene accentuato in modo ancora più esplicito cercando di dare spazio alla produzione di conoscenza corale, polifonica. “Lungomare Gasthaus” vuole essere una zona franca in cui reinventare anche in forma di lontane o utopiche visioni, degli scenari possibili. Un sistema che cerca di definirsi di volta in volta in un modo nuovo e diverso.