Bunga ha una formazione pittorica e le sue opere, spesso effimere e provvisorie, conferiscono un tono di improvvisazione a uno spazio altrimenti statico. Come lo stesso Bunga ha spiegato in un'intervista del 2010 con i curatori della Fundação Bienal de São Paulo, "si ha spesso la sensazione che il luogo del nostro intervento ci possa dare molto più di quanto non possiamo dargli noi, e che convenga lasciare aperto questo 'spazio mentale' alle evenienze dello scambio reciproco in un processo di ricerca le cui possibilità sono infinite". Ma grazie al titolo di Bunga nessuna lettura, né lezione, emerge naturalmente da queste possibilità. Lo spettatore viene lasciato al pensiero di quale sia il paesaggio rappresentato: quello politico, quello economico, quello culturale, quello urbano o magari quello pastorale?




Carlos Bunga
a cura di Corrina Peipon
Hammer Museum

