Luna House, Pezo von Ellrichshausen, Yungay, Cile
Un edificio grande e piccolo ai piedi delle Ande. In realtà, si tratta dell’aggregazione di 12 corpi separati da giunti sismici a vista. Definire casa questa raccolta di blocchi di cemento sarebbe troppo semplice. Dire che è un museo sarebbe troppo umile. A parte la sua natura laica, questo gruppo di edifici è più che altro un chiostro.
Ha un profilo severo, un’impronta quadrata suddivisa da una croce asimmetrica, con
ambienti perimetrali e centrali. Gli ambienti si distribuiscono orizzontalmente intorno a quattro corti distinte: una oblunga, che segue il terreno naturale dall’alba al tramonto; un’altra, anch’essa allungata, rivolta a nord e totalmente piatta, con un corso d’acqua che collega le due estremità triangolari; un’altra, senza direzione prevalente, con un giardino fiorito circolare; e un’ultima
corte grande il triplo, con uno specchio d’acqua e alberi adulti.
Luna House, Pezo von Ellrichshausen, Yungay, Cile
Il nome di questa intricata struttura viene dalle dimensioni della corte più vasta, che equivalgono a quelle di un’arena per le corride (‘mezzaluna’ nella tradizione contadina cilena).
La qualità spaziale di ciascun ambiente, interno
ed esterno, è punteggiata da singole aperture in varie direzioni. Si crea così una blanda linea di suddivisione funzionale: non c’è quasi contrasto tra gli ambienti residenziali e quelli di lavoro (dalla pittura al giardinaggio). In certi angoli ci sono note d’intimità, in altri peso, vuoto e opacità diventano per così dire monumentali.
L’ampio formato del sistema rende evidente la planarità orizzontale della copertura, nonostante la quasi impercettibile transizione da un piano a due. Una presenza simile a quella di una fortezza, nonostante la carenza di spessore delle pareti di calcestruzzo, è suddivisa in strati orizzontali con cimase regolari. In contrasto con le superfici grezze, i muri del patio sono coronati da vistose gronde, alcune arrotondate, altre diritte.