A Roma mancava un programma di residenza istituzionale di questo profilo (manca anche a Milano, a Torino, a Napoli e a Matera, se è per questo), e c'è qualcosa di molto promettente nell'idea di accessibilità che implica: gli studi degli artisti si trovano fisicamente in uno spazio pubblico, aperto ai visitatori su appuntamento o in determinati orari. Questo, che da una parte dovrebbe "sfatare" il mito della creazione artistica, paradossalmente lo rafforza: il pubblico si trova, spesso per la prima volta, a partecipare di un privilegio normalmente caratteristico dei critici e dei curatori, quello di vedere l'artista al lavoro. Per renderlo evidente la mostra finale della residenza ha scelto formato dell'Open Studio, sottolineando la processualità e la dimensione di ricerca della residenza.
Al termine della residenza lo studio, più o meno allestito, rimane visitabile dal pubblico, a metà strada fra una mostra non curata e un laboratorio abbandonato di colpo nell'imminenza di una catastrofe.
Open Studio
MACRO
via Nizza 138, Roma