Sheng Lin Chang — docente al Graduate Institute of Building and Planning della National Taiwan University, nonché direttrice del New Ruralism Research and Development Center — ha ideato una nuova forma di collaborazione didattica tra questi contadini e i suoi studenti. Oltre a organizzare seminari e ricerche nel settore della coltivazione del tè verde, il suo team, che comprende Brad Huang (segretario generale della Federazione cinese di ornitologia), ha creato il marchio Blue Magpie Tea per sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo al calo della popolazione di uccelli originari delle montagne della regione. L'urbanista e attivista Sheng Lin ha coniato il termine "agri-action" per descrivere non solo il suo lavoro con studenti e coltivatori per la costruzione del Pinglin Satoyama Centre, ma anche la più ampia applicazione degli strumenti di ricerca utilizzati per aumentare la conoscenza del sistema rurale e dell'ecodiversità, minacciati dallo sviluppo urbano e dal mercato immobiliare.
Le mostre presentate nella Biennale di Taipei hanno abbracciato la riflessione politica e sociale della società contemporanea.
Si tratta di una contraddizione voluta. Uno strumento molto produttivo, una contraddizione interna: da un lato, dà una visione artificiosa del museo, dall'altro, 'musealizza' questo artificio. L'idea è creare un museo 'clinico', che sia anche una specie di 'delirio' del museo, fissando la forma allo scopo di renderla mobile. Tutto ciò, in verità, riflette il tema della Biennale. Affrontiamo un tipo di mostruosità che si rivela capovolgendo le cose. Il mostro Taowu — la nostra mascotte, per così dire—mina le intenzioni umane prevedendone e mandandone all'aria i progetti, ovvero trasformando il bene in male, come un atto di significazione mancato. Sul livello strutturale del contenuto e dell'estetica del lavoro e delle narrative del museo, ma anche a livello progettuale, questo mostro è stato tradotto nel principio della Kippfigur ("Immagine reversibile") — la raffigurazione multi-stable (né stabile né instabile), dove figura e sfondo possono essere scambiati nella percezione. L'intera Biennale è zeppa d'immagini multi-stable e fa di tutto per trasformare il visitatore in una di esse.
L'idea principale nell'installazione di Hannah Hurtzig alla Biennale era tramutare il visitatore in un'ombra, de-soggettivizzarlo, se vuoi. Ma te ne rendi conto solo dopo la smaterializzazione, quando ti volti e vedi altri visitatori entrare alla Biennale e diventare parte di questo teatro di ombre. Taiwan è un Paese dalla forte carica spirituale, una sorta di Ade taoista ben organizzato e burocratico. Per averci a che fare, gli uomini devono affrontare transazioni di ogni tipo. Per quanto mi riguarda, l'idea era che l'intera Biennale fosse un 'oltretomba' e che l'entrata rappresentasse la porta di accesso a questo mondo di ombre. Un luogo in cui la negatività regna suprema. La Biennale era intesa quale controparte di questo Ade taoista, un "oltretomba moderno", sui cui orrori poggia l'ordine moderno. Negli ultimi giorni della manifestazione, la complessità e la performatività della soggettività è emersa in Atlas of Asia Art Archive, una presentazione rizomatica che utilizza metafora e mappatura per trascendere le istituzioni, i musei e gli archivi. Questo progetto è il lavoro più recente di map Office, studio di Hong Kong costituito dagli artisti-architetti Laurent Gutierrez e Valérie Portefaix, ed è il prodotto del periodo di residenza del duo all'Asia Art Archive. Setacciando l'intero archivio, map Office ha prodotto una nuova immaginazione e narrativa spaziali attraverso artisti e pratiche associate all'Asia. Riferendosi a Édouard Glissant, scrittore e critico della Martinica, Gutierrez e Portefaix descrivono la molteplicità della produzione artistica asiatica come "un arcipelago di territori collegati, che operano in una geografia composta eppure diffusa… Questa lettura consente una possibile rappresentazione di frammenti di Asia, definendo una nuova tassonomia dei suoi contorni".
29 settembre – 13 gennaio 2013
Modern Monsters / Death and Life of Fiction
Organizzatore: Taipei Fine Arts Museum
Curatore: Anselm Franke