Qualche anno fa in una bancarella dell'usato ho trovato un film in VHS. Di quel film non ricordo più il titolo né il regista. Ricordo però la trama e la produzione indipendente, probabilmente newyorkese. Raccontava l'incontro di due uomini in fuga dalle rispettive città in cui erano nati e cresciuti. Il parigino scappava da un Europa troppo chiusa in se stessa e incapace di slanci creativi per raggiungere New York, un luogo dove rinascere. Il newyorkese, invece, stremato dai ritmi di una città senza anima, voleva trovare pace a Parigi. Non riuscii a finire il film poiché il VHS risultò essere danneggiato.
L'indomani ritornai tra i banchi della fiera e rovistando alla rinfusa lo sostituii con 'La doppia vita di Veronica' di Krzysztof Kieslowski. Vidi quel film la sera stessa. È la storia di due donne che abitano in luoghi diversi dell'Europa – Parigi e Cracovia – e inconsapevolmente sentono le emozioni, l'una dell'altra. La trama del film s'intrecciò in me con quella dei due uomini alla ricerca di un luogo dove vivere meglio.
Le pulsioni umane di questi due film scardinano ogni logica politica e geografia. Ho selezionato le immagini del Project Heracles avendo in mente l'idea del film di Kieslowski: persone che abitano in luoghi diversi e che si alimentano vicendevolmente alla ricerca di un luogo dove vivere meglio. Uomini che non necessariamente si aiutano o soccorrono, ma che, senza saperlo, si scambiano pure e semplici emozioni.
Cartolina #85. [immagine in alto] I tecnici chiamano questi "morti fisiologici", quasi a farli diventare naturali. Gu Junchen per queste anime in pena ha immaginato una nave rifugio che ospita chi ne ha bisogno. Al centro, una cupola per il culto di qualsiasi religione. Questa Caronte mai pensata oggi si rende necessaria. Una nave Emergency in grado di salvare le anime che nel silenzio assoluto si stanno inabissando.
Ho selezionato le immagini del Project Heracles avendo in mente l'idea del film di Kieslowski: persone che abitano in luoghi diversi e che si alimentano vicendevolmente alla ricerca di un luogo dove vivere meglio.
Salvatore D'Agostino, curatore di Wilfing Architettura