Si tratta di lavori diversi tra di loro, per natura e dimensioni: un progetto visionario per la trasformazione di una grande struttura edilizia incompiuta e abbandonata a Milano, un lavoro collettivo di riflessione sui luoghi della vita, realizzato a Roma con un gruppo di rifugiati, il recupero di un piccolo edificio rustico sul Lago Maggiore.
Il primo lavoro è nato come esercizio dimostrativo per il Padiglione Italiano della Biennale Architettura di Venezia, il secondo ha prodotto una collezione di modelli successivamente esposti in una mostra, il terzo infine si è concluso con la sua realizzazione.
Che cosa accomuna questi tre lavori? Come gran parte dei progetti di questo studio, sono progetti che riutilizzano materiali esistenti. Questi materiali possono essere architetture mai portate a termine, come la Stazione di San Cristoforo progettata da Aldo Rossi e Gianni Brughieri, oppure i contenitori per alimentari della Tetra Pak, riciclati e assemblati per isolare le pareti nel caso del primo progetto; possono essere i pezzi di cartone, i sassi, le foglie con cui sono stati realizzati i modelli di "Geografie extravaganti", come anche gli stessi luoghi evocati da questi modelli; sono infine materiali esistenti, i rami del bosco dietro la cascina segati per realizzare i brise-soleil che ombreggiano la parete vetrata del piccolo edificio e il legname accatastato ordinatamente a isolare la parete in muratura del fronte principale, come esistente è la struttura decrepita del fienile recuperato.
Progetto presentato nell'ambito della mostra "L'Italia cerca casa" al Padiglione Italiano dell'11ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia Con Alessandro Rogora TME
La tendenza all'astrazione e alla stilizzazione riguarda oggi anche i temi della sostenibilità ecologica dell'architettura, che in quest'ottica si riduce a un'ulteriore aggiunta tecnocratica, neutralizzandone il grande potenziale di rottura e rigenerazione, capace di introdurre utili incrinature nell'immaginario sterilizzato dell'architettura della megamacchina. Tentare di mettere a frutto queste incrinature, che spingono in una direzione di maggiore concretezza, frugalità e cordialità dello spazio, è uno dei molti temi sul tavolo dell'architetto che lavora nei paesi sovra-sviluppati. (studio Albori)
Non so neppure se questi lavori abbiano davvero a che fare con l'architettura. Ma devo dire che, come architetto e come collega costruttore di plastici e di miniature, mi sento più vicino e interessato alle ricerche dei costruttori della scuola Asinitas che alla maggior parte delle elaborazioni dell'architettura contemporanea, colta o commerciale che sia. Rischio la retorica, ma dico che l'immaginario che emerge da questi lavori, con la sua traboccante e dolorosa vitalità, mi sembra indichi una prospettiva di ricerca molto più fertile e cordiale di quelle, troppo aride e formattate, battute attualmente dall'architettura ufficiale. Sarei onorato di potermi considerare un allievo degli allievi della scuola Asinitas. (Giacomo Borella, dal catalogo della mostra)
Nella soffitta, nel rudere, nel capannone, nel casamento, mentre si controllano le misure, si ispezionano gli impianti, si guarda dalla finestra, si potrebbe canticchiare quella canzone che Woody Guthrie aveva ricavato da Esiodo 3, 1-9,…, rendendolo meno truce e più animistico: "Togliti le scarpe/ il luogo dove sei è terra santa/ Ogni posto sulla terra è terra santa / Ogni piccolo centimetro è terra santa / Ogni granello di polvere è terra santa".
(da: Giacomo Borella, Il lavoro in aggiunta pubblicato in Lotus n. 133, 2008)
Tutto in questa casa piccola casa di vacanza ricavata da un vecchio fienile diroccato, parla di fatica e di operosità, ma anche di riposo meritato e di contemplazione.
I muri esistenti in pietra vengono consolidati e conservati, mentre la parete frontale viene rivestita con un traliccio fatto di rami provenienti dal bosco retrostante per ombreggiare la parte vetrata al piano superiore, e con uno strato di legna da ardere accatastata nella parte inferiore.
Questo strato utilizzato anche per alimentare la stufa-cucina che insieme a un collettore solare riscalda la casa, ha anche, con la sua massa addossata al muro, funzione isolante. Sul lato posteriore, l'ampia sbrecciatura nel muro di pietra viene puntellata da un traliccio/terrazzo e trasformata in una finestra: da lì, oltre la cima degli alberi del bosco, si vede il lago. Andrea Nulli
Klimahouse 2025: vent'anni di sostenibilità
Giunta alla 20esima edizione, la fiera internazionale dedicata all’edilizia responsabile, all’efficienza energetica e alla riqualificazione energetica degli edifici, si terrà anche quest’anno a Bolzano, dal 29 gennaio al 1 febbraio.