Dopo la caduta del regime comunista, il memoriale, grazie a una frivola ma pragmatica iconoclastia del popolo albanese, fu convertito in un centro culturale, incubatore e promotore di eventi e manifestazioni, all'interno del quale trovarono collocazione anche un locale notturno e gli studi televisivi di una nota emittente locale. Non solo: i ragazzini scoprirono che l'inclinazione delle pareti dell'edificio offriva loro la possibilità di arrampicarvisi e scivolare fino a terra, mentre giovani e studenti, che di Hoxha avevano solo potuto leggere o sentir parlare, fecero della piramide un luogo d'incontro e socializzazione. Riattualizzate le funzioni e il significato, la società contemporanea albanese dimostrò dunque di aver metabolizzato la propria storia, conscia della complessità dominatrice di questo processo, ma ancor più consapevole dell'impossibilità di costruire un futuro che non avesse passato.
L'abbattimento della piramide potrebbe celare i segni di un'incosciente rivalsa, a tratti anacronistica e contraddittoria, che coinvolge un simbolo subordinato a una condizione politica del passato