La caffetteria era l'unico luogo del complesso universitario a essere condiviso da studenti, docenti e personale anche di altre discipline. La nostra prima reazione è stata quella di chiederci come un'istituzione altamente specializzata, quale una biblioteca, potesse fungere anche da spazio di aggregazione. In primo luogo, abbiamo creato a piano terra un'ampia galleria, aperta sui lati, che funzionasse come passaggio nevralgico per chiunque, anche senza essere diretto in biblioteca, volesse attraversare il campus.
Per permettere a questo flusso di persone di penetrare liberamente nell'edificio e di essere visibile dall'esterno, abbiamo immaginato una struttura composta da arcate posizionate in modo discontinuo; sembra così che il piano inclinato e il giardino frontale proseguano anche all'interno della biblioteca. Questi archi, così atipici, sono stati costruiti con delle lastre di acciaio rivestite di cemento; sono disposti lungo delle linee curve che si incrociano tra loro in diversi punti. Grazie a queste intersezioni, siamo riusciti a rendere le arcate molto snelle alla base, ma perfettamente in grado di sostenere il pesante carico del piano sovrastante.