"9 + 1 Ways of Being Political" è la prima mostra dell'architetto portoghese Pedro Gadanho come curatore della sezione Architettura e Design contemporanei del MoMA, ed è stata allestita in collaborazione con la vicecuratrice Margot Weller. La mostra prende il posto di "Foreclosed: Rehousing the American Dream" di Barry Bergdoll e Reinhold Martin, fondata su un'ampia ricerca, appositamente commissionata e – ne sono certa – dotata di finanziamenti molto più esigui. Ma se Gadanho è relativamente meno audace di Bergdoll nella forma e nelle ambizioni curatoriali, si distingue comunque come un personaggio agile, che ha bisogno di seguire il ritmo degli eventi contemporanei.
La mostra riporta il terzo piano del MoMA alla funzione di rappresentare, storicizzare e classificare i mutamenti sociali invece che promuoverli. Fatto forse ancor più importante, le sale sono tornate all'esposizione esclusiva della collezione permanente del MoMA, il che ha di per sé un senso politico. Mentre la maggior parte delle opere risale agli anni dai Sessanta agli Ottanta la stragrande maggioranza è stata acquisita dopo il 2000. Apre la mostra una serie di fogli di OccuPrint (i manifesti del movimento Occupy) che visivamente si fondono con i manifesti dell'esposizione. Questo gesto d'apertura e di adesione alla politica radicale ha suscitato la mia curiosità, ma è soltanto una linea adottata a livello di grafica. La mostra si adegua al linguaggio grafico di Occupy Wall Street, e fornisce perfino delle locandine gratuite per ciascuna sezione.
Se Gadanho è relativamente meno audace di Bergdoll nella forma e nelle ambizioni curatoriali, si distingue comunque come un personaggio agile, che ha bisogno di seguire il ritmo degli eventi contemporanei.