Negli ultimi anni assistiamo a un rinnovato interesse nel rapporto tra arte, musica e architettura. Basta pensare a una recente mostra al Vitra Design Museum, “Night Fever”, che celebra i luoghi della nightlife e concepisce le discoteche come opere d’arte totale. Nella Sicilia orientale, l’Ortigia Sound System Festival percorre questa direzione, mettendo in relazione le bellezze del paesaggio di Ortigia, nucleo antico della città di Siracusa, con il meglio della musica elettronica a livello internazionale.

Il concept curatoriale del festival è lo stesso di Manifesta 12 Palermo, la biennale d’arte contemporanea appena inaugurata nel capoluogo siculo: l’isola di Ortigia è lo sfondo per cinque giorni di concerti, dj set ed eventi; o meglio, i musicisti diventano l’esca per scoprire le meraviglie architettoniche dell’insediamento di origine greca. I vicoli strettissimi, il mercato del pesce, il Castello Maniace, una terrazza vista Duomo, le acque turchesi del Mar Ionio dialogano con il reggae di Lee Scratch Perry, la trap di Jarreau Vandal, l’elettropop degli Hot Chip Megamix, il soul di Nathy Peluso. La dimensione pedonale e raccolta dell’isola – la sua estensione non supera il kilometro quadrato, con soli 4.500 abitanti – permette ai visitatori di stare come in un piccolo villaggio.
La mancanza di strutture ricettive di grandi dimensioni trasforma Ortigia in un grande albergo diffuso, favorendo l'incontro e l'interazione con i suoi abitanti. A Ortigia è facile sentirsi a casa.

La musica diventa strumento per guardare il patrimonio storico con occhi differenti e per svincolare i corpi dai percorsi forzati del turismo di massa. Tra il festival di musica Aretuseo, arrivato al suo quinto anno e sempre più in crescita, e la biannale palermitana – aggiungiamo anche l’eccezionale caso di FARM Cultural Park a Favara –, la Sicilia sembra abbia trovato la giusta via per dare valore ai suoi territori. Dall'isola più grande del Mediterraneo impariamo come impollinare la tradizione con la cultura contemporanea, senza ricadere in rappresentazioni folkloristiche e senza dimenticare il patrimonio più prezioso: il calore e l’energia positiva dei Siciliani.