The House of Life

Hadassa Goldvicht esplora temi legati alla memoria storica, al confine tra vita e morte, tra mito e arte, ma anche alla mutevole natura di Venezia. #BiennaleArte2017

Hadassa Goldvicht, The House of Life, 2013-2017. Video multicanale. Courtesy Meislin Projects. © Hadassa Goldvicht
The House of Life è un’installazione poetica e di ampio respiro di Hadassa Goldvicht. L’artista esplora temi legati alla memoria storica, al confine tra vita e morte, tra mito e arte, ma anche alla natura di una Venezia in rapido cambiamento e lo fa grazie a un video multicanale allestito presso la Querini Stampalia in occasione della Biennale di Venezia. L’installazione, presentata dal Museo d’Israele di Gerusalemme in collaborazione con Meislin Projects, segue la vita di Aldo Izzo, ottantaseienne guardiano e custode dei cimiteri ebraici a Venezia.

 

The House of Life inizia quando Goldvicht è inviata come artista in residenza presso Beit Venezia, una fondazione culturale, e avvia una ricognizione della comunità ebraica veneziana attraverso conversazioni con i suoi membri, che evocano profonde reazioni emotive in analogia con le difficoltà di Venezia. Grazie a Izzo, che le fa conoscere i cimiteri ebraici della città, Goldvitch inizia a riconoscere, nell’aspetto intricato di questi luoghi particolari, un’allegoria delle difficoltà della città stessa.

Hadassa Goldvicht, The House of Life, 2013-2017. Video multicanale. Courtesy Meislin Projects. © Hadassa Goldvicht
Hadassa Goldvicht, The House of Life, 2013-2017. Video multicanale. Courtesy Meislin Projects. © Hadassa Goldvicht

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