Vermeulen sottolinea che il legame con gli altri studi di architettura è importante tanto quanto la sinergia all’interno del proprio. Lo paragona al mondo della musica classica: “Molti dei progetti in mostra sono nati in collaborazione con altri progettisti. A volte, abbiamo lavorato sul masterplan redatto da qualcuno facendo un passo avanti, altre volte abbiamo scelto un tema comune attorno al quale, come nella musica da camera, prende forma un'orchestra”. E la scelta è deliberata. Vermeulen prosegue: “Poiché la città è di per sé un’idea condivisa, interventi nello spazio urbano dovrebbero nascere dalla stessa idea; considerata, discussa e progettata insieme con gli altri”.
L’allestimento della mostra si riferisce non solo a uno studio, ma ricorda anche lo spazio di una città. Paul Vermeulen aggiunge: “Mettendo modelli e disegni sopra e intorno a tavoli e sedie in un modo uniforme, nella mostra prende forma una sorta di ordine urbano”. Gli elementi della mostra comprendono un paio di oggetti in particolare che contribuiscono a creare questa sensazione urbana. Per esempio, le grandi tele con i disegni di Benoît Van Innis, un progetto per la stazione della metropolitana Maalbeek a Bruxelles, creano il senso dell’attesa del treno della metropolitana. Un elemento delle balaustre dei ponti di accesso del ponte che De Smet e Vermeulen hanno progettato per le ferrovie a Gand, fornisce una vista della città di solito riservata agli operai delle ferrovie.
fino al 11 giugno 2017
Find myself a city to live in
deSingel International Arts Campus
Curatori: Henk De Smet e Paul Vermeulen