Dopo Andrea Branzi e Nanda Vigo, Alessandro Mendini racconta la sua selezione di progetti del design italiano.
Le icone di Mendini
Il ciclo di mostre dedicato dalla Triennale di Milano alle “Icone del Design Italiano” prosegue con i pezzi imprescindibili selezionati da Alessandro Mendini.
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- 02 ottobre 2014
- Milano
Vittoriano Viganò, Tavolino in cristallo, 1951: “L’originalità di Vittoriano Viganò nel trattare il design è stata davvero notevole. Nella cultura milanese degli anni Cinquanta Viganò è stato il più sensibile autore interessato a collegare il progetto degli interni con quello degli oggetti e con le attività dell’arte, a cominciare dai rapporti con Lucio Fontana, con le Triennali e con le gallerie d’arte. Questo tavolino di cristallo e ferro è una sintesi esemplare di queste attitudini, ed esprime la concettuale classicità di un gesto spaziale quasi da scultore minimalista”.
Nanda Vigo, Iceberg,1969, Arredoluce: “Nanda Vigo ha sempre coniugato in parallelo due attività: quella di progettista (architettura e design) e quella di artista. Molte opere ibride a piccola tiratura esprimono questa precisa e speciale sintesi. In particolare una serie di lampade costruite in officina con freddi componenti semilavorati (barre metalliche, vetri industriali stampati, neon, colori industriali) assumono l’aspetto magico e costruttivista di totem luminosi e polimaterici. Questa lampada Iceberg ne è un esempio”.
Cini Boeri, Ghost, 1987, Fiam Italia: “Lo stile di Cini Boeri nella storia del bel design milanese è un raro esempio di continuità e di eleganza. Periodicamente nel tempo Cini Boeri ha ideato oggetti esemplari, divenuti spesso modelli e aperture verso nuove tipologie. La poltrona Ghost è un oggetto formalmente bellissimo e funzionalmente comodissimo, una evanescente e sinuosa scultura di vetro, frutto non solo di sensibilità estetica ma anche di una straordinaria perizia tecnica”.
Gaetano Pesce, Il rumore del tempo, (1993) 2005: “L’attività espressionista di Gaetano Pesce artista – designer è sempre stata il risultato di una alta sensibilità umana e di una serie di originali invenzioni tecniche sulle quali il linguaggio di Pesce si è basato. Fra questa serie di tecniche succedutesi nel tempo, quella delle plastiche colorate a costruire dei pezzi unici all’infinito è una delle più note. Una tecnica elementare capace di generare variazioni senza fine di modelli e di colori del tutto originali. L’oggetto qui presentato è esempio di questo metodo di lavoro”.
Bruno Munari, Zizì,1952, Pigomma, CLAC: “L’attività eclettica di Bruno Munari ha fatto da sottofondo sottile e raffinato a tutta la cultura italiana del secolo scorso. Dalla grafica al design alla didattica per l’infanzia la sua delicata e ironica presenza è stata un grande esempio di progettazione antiretorica e minimalista. La scimmietta Zizì è un giocattolo totale, una performance per adulti e bambini, una icona inconfondibile dell’epoca della gommapiuma Pirelli. In questa scimmietta sembra racchiuso l’intero spirito e l’intelligenza di Munari, un estetico folletto che può comparire ovunque”.
Super Icona, UFO, Dollaro, 1968: “L’attività performativa del gruppo UFO all’interno del movimento radicale apre lo scenario di una caustica critica alla società consumista. Questa lampada Dollaro è proprio del 1968, l’anno più caldo delle contestazioni, e svolge una sottile ironia anche nei confronti della Pop Art americana. È un vero simbolo del contro-design. Le teorie comportamentiste e gli slogan di Lapo Binazzi e dei suoi sono la base di oggetti e di opere anche territoriali dal valore di analisi politica e di intelligenza progettuale”.
fino al 22 febbraio 2015
Icone del Design Italiano
A cura di Silvana Annicchiarico, Direttore Triennale Design Museum
Progetto di allestimento Antonio Citterio Patricia Viel Interiors
fino al 19 ottobre 2014
Selezione di Alessandro Mendini
Triennale Design Museum
Viale Alemagna 6, Milano