Al terzo giorno di Desing Week non importa quanti flag ci siano sulla tua checklist, l’elenco delle cose da vedere potrebbe non finire mai. Dalla piccola alla grande scala, la creatività al Fuorisalone si esprime nella rivisitazione di oggetti d’uso quotidiano, passando per la spettacolarità della grandi istallazioni.
Sfoglia la gallery per scoprire i migliori eventi di oggi.
Milano Design Week, 5 cose da vedere oggi / 3
Dalle mostre in Triennale a un’ex fabbrica in disuso con Flos. Per non perdere l’orientamento (e la motivazione) ti suggeriamo cosa non puoi mancare. Sfoglia la gallery per scoprirlo.
Via Orobia 15 , Milano
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Via Orobia 15 , Milano
Foto Marco Menghi
Alessi, Galleria Manzoni, Via Alessandro Manzoni 40, Milano
Foto Marco Menghi
Foto Marco Menghi
Alessi, Galleria Manzoni, Via Alessandro Manzoni 40, Milano
Foto Marco Menghi
Via Privata Rezia 2, Milano
Foto Marco Menghi
Via Privata Rezia 2, Milano
Foto Marco Menghi
Via Privata Rezia 2, Milano
Foto Marco Menghi
Triennale Milano, viale Alemagna 6, Milano
Foto Marco Menghi
Triennale Milano, viale Alemagna 6, Milano
Foto Marco Menghi
Triennale Milano, viale Alemagna 6, Milano
Foto Marco Menghi
Palazzo SenatoVia Senato, 10, Milano
Foto Marco Menghi
Palazzo SenatoVia Senato, 10, Milano
Foto Marco Menghi
Palazzo SenatoVia Senato, 10, Milano
Foto Marco Menghi
View Article details
- La redazione di Domus
- 08 giugno 2022
Al centro dell’allestimento minimale, elegante ed efficace che Calvi Brambilla ha progettato per Flos, c’è il prodotto: novità (tante), ampliamenti di gamma, riedizioni ed edizioni limitate. Nei 6.000 mq della Fabbrica Orobia, proprio dietro alla Fondazione Prada, però, c’è anche molto altro per festeggiare i 60 anni dell’azienda, che guarda al futuro. Insieme alle nuove lampade – di Patricia Urquiola, Ronan ed Erwan Bouroullec, Marcel Wanders, Barber & Osgerby, Vincent Van Duysen e Guglielmo Poletti – i visitatori possono provare la “food experience” offerta dal ristorante pop up del collettivo di chef We are Ona (su prenotazione). Ogni giorno, poi, è previsto un talk con i designer (dal 7 al 10 giugno), oltre a una serie di workshop sul tema dell’illuminazione sostenibile rivolti a studenti universitari (a cura del collettivo Fosbury Architecture) e a bambini (a cura di Kikolle). Menzione speciale per la Arco K, edizione limitata della Arco di Castiglioni – che compie anch’essa 60 anni – realizzata per l’occasione con base di cristallo in 2022 pezzi numerati. Sound design del dj Davide Dileo detto Boosta, tastierista nonché fondatore dei Subsonica.
E.S.
“La mia azienda compie 100 anni quest’anno. Più della storia, mi interessa la capacità di portare sempre nuove idee per contribuire all’evoluzione del panorama domestico”. Questo lo spirito di Alberto Alessi, che ha quindi deciso di coronare le celebrazioni cominciate un anno fa con il rilascio di un oggetto inedito al mese con una grande mostra interattiva in galleria Manzoni. Dodici stanze curate da AMDL Circle, una sorta di cabinet de curiosité da guardare e con cui a volte anche interagire, raccontano i primi 100 anni stigmatizzandoli in altrettanti valori in modo sempre diverso: ricostruendo una stanza dell’azienda, mostrando prototipi o pezzi mai andati in produzione, ma anche con una stanza dorata per celebrare il Merdolino. Il futuro, lo 001 del titolo, è una stanza tutta verde progettata da Studio Temp per accogliere versioni giganti delle nuove posate disegnate da Virgil Abloh: la scelta del verde serve ad attivare la tecnologia green-screen tramite un filtro Instagram e a creare immagini in cui fondere mondo digitale e fisico. I nostalgici possono comunque rifugiarsi nel foyer del teatro, dove c’è una selezione di pezzi d’archivio del periodo tra gli anni Venti e i Sessanta che ha consacrato Alessi.
L.M.
Marsèll Paradise è uno degli spazi più cool e coraggiosi di Milano, dove il prodotto del calzaturificio incontra l’ispirazione attraverso mostre, musica, una selezionatissima collezione di libri e riviste. Per questa design week, Matylda Krzykowski lo ribalta con un progetto site specific, il primo che ne occupa tutta la superficie, una operazione sofisticatamente ironica quasi al limite del trolling. Il piano terra ora è tutto blu, con una libreria trompe l’oeil che prende il posto di quella reale, figure bidimensionali e fumettose, un piccione, arredi che arrivano dritti da casa di Krzykowski, pile di cartoni di pizza (ovviamente blu) e in mezzo alla stanza il video di Mirka Laura Severa con protagonisti gli abitanti della zona. Al piano di sotto, nello spazio solitamente preposto alle mostre, gli arredi e gli oggetti di Lisa Ertel e Jannis Zell, un sottosopra di arredi con le spine, disegni realizzati con il vibratore e un palo appuntito che accoglie i visitatori. Fa concettualmente da raccordo sotto l’installazione acquatica di Philipp Schueller. Il paesaggio sonoro è di Collo Awata & Delfiné. Una delle installazioni più complete, complesse e intellettualmente sfidanti di questo Fuorisalone. Da vedere.
A.S.
Alla Triennale, due installazioni richiamano l’attenzione sulla condizione del pianeta. Forest Tales, progettata dall’inglese Studio Swine per l’American Hardwood Export Council, risponde alla domanda che dovrebbe essere sulla bocca di tutti: come realizzare un’installazione temporanea a scarto zero? Facile, basta usare le stesse casse di legno in cui sono imballati gli arredi: 22, per la precisione, realizzati in acero, ciliegio e quercia rossa, latifoglie americane sottoutilizzate. Con The Inventory of Life, a cura di Maria Cristina Didero, Mathieu Lehanneur trasforma invece le statistiche dell’ONU e dell’OMS in emozioni. Le sue sculture in alluminio anodizzato riassumono la demografia di 130 Paesi, mentre il tasso di suicidio è affidato a una serie di cerchi neri. Sculture rotonde di ceramica mostrano le gradazioni dei mari e un filamento di vetro la variazione del loro livello. A ognuno le riflessioni che preferisce. Per il designer francese, il messaggio è positivo: “Non siamo soli e siamo vivi”.
E.S.
Celebre per le carte Pokemon cristallizate come per le opere gigantesche – come in molti hanno potuto vedere l’anno scorso alla Koenig Gallery di Berlino -, è con un’opera fuori scala, soprattutto se comparata alla timidezza delle altre di questa edizione, anche quelle più grandi, che Daniel Arsham si presenta a questo Fuorisalone. Lo fa in collaborazione con Kohler, il brand americano per cui ha realizzato una collezione limitatissima di 99 lavandini stampati 3D, chiamata Rock.01. Ed è proprio ai lavandini che l’esperienza immersiva di Divided Layers si ispira. L’idea è che i visitatori si muovano attraversandone la forma, strato dopo strato, come metafora del processo di costruzione additiva della stampa 3D. All’interno, uno stagno riflette la superficie cavernosa e richiama ovviamente l’elemento liquido che il lavandino contiene. “I visitatori fanno esperienza di cosa voglia dire essere all’interno del lavandino, anziché usarlo come un oggetto funzionale”, spiega Arsham raccontando il senso della sua opera.