La Lignano Pineta s.p.a viene fondata nel 1952 per sviluppare i terreni di una lingua di terra che sta a sud di Latisana, tra le lagune friulane e il mare Adriatico: si passa da un’idea di campeggio a quella di villaggio vacanze, poi arriva un concorso che vince Marcello d’Olivo, architetto dal tratto peculiare, di formazione veneziana e vicino alle ricerche dell’architettura organica, che col tempo tipico della creazione artistica nata da intuizione e gestazione – come racconta la storica Diana Barillari – a poco tempo dalla scadenza ha proposto un disegno destinato a diventare icona di una città, e di un intero modo di concepire vacanze, turismo e rapporto col paesaggio: una spirale.
Una spirale, che cresce incrementalmente in ampiezza, è la figura attraverso cui D’Olivo traduce in realtà fisica il principio di attenzione al territorio che sta alla base di tutto il progetto: rinunciando allo schema convenzionale di vie perpendicolari al litorale, di uno sviluppo in sequenze continue di lotti, la pineta e il paesaggio esistente con tutte le sue specificità vengono integrati nel disegno e, infine, nello sviluppo stesso, come anche le tipologie architettoniche previste vogliono dimostrare. Una spiaggia “americanizzante”, la definirà Pasolini, col respiro però di un progetto di paesaggio e di natura. Pochi anni dopo l’inizio della vicenda, è l’agosto del 1954, Domus – che già due anni prima si era occupata di progetti di D’Olivo mettendoli in continuità con quelli di Wright – pubblica sul numero 297 una selezione di disegni e di prime fotografie di una Lignano Sabbiadoro intenta a crescere come esperimento pilota di un’urbanistica più vicina forse al concetto di territorio che non a quello di città.
A sud di Latisana, un centro per vacanze in costruzione alle foci del Tagliamento
A sud di Latisana, alle foci del Tagliamento, vi è una penisola sabbiosa: Lignano Pineta, dove sorgerà un centro per vacanze. Una ex riserva di caccia con vegetazione stupenda. Erica, ginestre, pini rossi austriaci, pinastri di mare, canne, su terreno completamente vergine da fabbricati. Una estensione di nove chilometri per sei di spiaggia dunosa di sabbia sottile. Anguille, rombi, pesca di laguna, volpi, lepri.
Sulla punta della penisola di Lignano sorse circa venti anni fa un centro balneare; il rimanente era sino a qualche mese fa completamente vergine. Un gruppo di veneti, dei privati, pensarono di tracciare nella zona vergine una o due strade con sbocco al mare, per lottizzare e vendere e creare campeggi.
Chiamarono l’architetto Marcello D’Olivo per guidarli nella loro impresa. Vi furono numerosissimi sopralluoghi sul posto; e qui apparve evidente che qualora si fossero aperte delle strade normali al mare e si fosse dato adito a uno sviluppo edilizio qualsiasi, queste strade avrebbero automaticamente richiamato le loro perpendicolari, e avrebbero in brevissimo tempo entro la loro rete disgregato la bellezza del posto, costituita dalla vegetazione. D’Olivo, stabilitosi sul posto in una baracca di legno, studiò il piano regolatore del luogo e di tutta la penisola in generale. La sua preoccupazione fondamentale era di introdurre strade, case, alberghi, negozi, senza alterare la sensazione del bosco. E risolse questo problema con un sistema di strade curve a diversi centri: i diversi paesaggi, dune, pini, radure, mare, spiaggia, compaiono davanti agli occhi in uno svolgimento continuo e inaspettato.
Definiti i progetti, e i principi informativi, ci volevano gli uomini, gli artigiani e muraioli, che costruissero, sul luogo, nel modo che il luogo voleva e in maniera che tutto costasse molto poco. È entrata allora in campo l’équipe di Ermenegildo Ursella e dei suoi quattro figli, friulani, muratori da generazioni: questi uomini si sono buttati a costruire con entusiasmo da pionieri ed organizzazione industriale nel medesimo tempo.
Questa stessa loro organizzazione è di particolarissimo stampo: una forma moderna della comunità artigiana medioevale; gli operai si formano dentro la comunità stessa, attraverso una scuola – la loro scuola di Buie – in cui i ragazzi incominciano a quattordici anni ed a diciotto sono muratori carpentieri, a venticinque capimastri. E la scuola stessa è cantiere di produzione per il lavoro.
Aperte le strade nel verde della pineta, si trattò di cominciare a costruire e di stabilire un certo indirizzo che condizionasse e guidasse le costruzioni e il loro sviluppo. Qui i materiali non devono essere rivestiti. Dove possibile, le costruzioni devono essere staccate da terra, per lasciare posto al sottobosco. Gli edifici di abitazione, fra il verde, devono essere aerati in tutte le direzioni. Queste le caratteristiche fondamentali degli edifici, il primo dei quali ad essere costruito è stato quello lungo la “grande strada”. Tutti i negozi – i bar, caffè, ristoranti, gelaterie – sono stati riuniti in un unico edificio che si snoda in corpi successivi per seicento metri lungo le due arterie parallele che in spirale si svolgono dal centro al mare e raccolgono tutte le altre strade.
Dopo l’edificio dei negozi a Lignano è stata iniziata la costruzione di edifìci per abitazione: case per vacanze, singole e a schiera, e un centro per campeggio. Nelle pagine successive illustriamo alcuni di questi edifici, nelle fasi della loro costruzione o progettazione.
La penisola di Lignano è stupenda. La sua vegetazione, i colori, il cielo, ne fanno un pezzo di terra geograficamente indefinito: ci sono angoli canadesi, pezzi di Scandinavia, improvvisi paesaggi africani, radure che rammentano il lontano oriente.