In un tempo descrivibile nei termini della battuta d’arresto, in cui una gran quantità di scene urbane sembra chiudersi a qualsiasi prospettiva di intersezionalità e inclusività, di Altro o di fuori norma, le istituzioni e gli spazi d’arte sono fortemente chiamati a un riposizionamento. Dalle Officine Grandi Riparazioni, la risposta è che “Dancing is what we make of falling”, danzare è ciò che facciamo del cadere, constatazione di quanto l’arte è chiamata a fare in un tempo di crisi (in una citazione del poeta e ricercatore Fred Moten). La mostra combina le arti visuali con il respiro di un public program, nel quadro generale di una lettura critica di società e città da parte di gruppi generalmente minoritari, o mancanti di una voce adeguatamente forte.
“Dancing is what we make of falling”: Una mostra sul ruolo dell’arte in tempo di crisi
Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ripensano gli spazi dell’arte come luoghi di dibattito.
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- Giovanni Comoglio
- 27 settembre 2018
- Torino
Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ricollocano lo spazio d’arte come spazio di dibattito.
Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ricollocano lo spazio d’arte come spazio di dibattito.
Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ricollocano lo spazio d’arte come spazio di dibattito.
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Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ricollocano lo spazio d’arte come spazio di dibattito.
Alle OGR di Torino una mostra di video e un public program ricollocano lo spazio d’arte come spazio di dibattito.
La fuga dei personaggi subalterni dalle distopie hollywoodiane di Tracey Moffat, l’utopia CGI di Jacolby Satterwhite fatta di voguing e familiarità, l’advocacy di Wu Tsang per la comunità trans, le street crew di zombie di Loretta Fahrenholz, l’ossessione per l’aspirapolvere di Roee Rosen, la Carmen Miranda delle discariche di Goldschmid & Chiari, la critica al coloniale di Hardeep Pandal e i corpi femminili afroamericani di Sonia Boyce: tutti questi statement/un-statement di critica si uniscono ai contributi pensati appositamente per lo spazio OGR e i suoi fruitori da una serie di artisti, curatori, ricercatori, attivisti, e da una House torinese che tiene sul luogo il suo secondo ball.
Come a riaprire un nuovo capitolo per Sexuality and Space di Beatriz Colomina, è anche una critica dell’interazione tra corpo e spazio, pubblico e domestico, ad assumere una cruciale rilevanza nel dispositivo di DIWWMOF. Sottolinea uno dei due curatori, Samuele Piazza: “Nei video di Satterwhite emerge un mondo che segue leggi fisiche proprie, come i corpi dei protagonisti di Fahrenholz si insinuano invece contro i palazzi di vetro di Manhattan o le strade dissestate di una Brooklyn post uragano Sandy, ritagliandosi uno spazio, come immagini registrate da un cellulare. Il lavoro di Hardeep Pandhal trasfigura la strada su cui l’artista è cresciuto a Birmingham in una animazione. In altri casi questo rapporto è semplicemente indicale, dagli scarti prodotti dalla città, per Goldschmied e Chiari, al rimosso dei campi di detenzione dei rifugiati secondo Roee Rosen. Lo spazio fisico di mostra tenta invece di aggiungersi come safe space all’interno della città, dando voce a tante realtà esistenti sul territorio dando loro possibilità di incontro e risonanza nelle varie collaborazioni”.
- Dancing is what we make of falling
- Officine Grandi Riparazioni
- Corso Castelfidardo, 22 10128 - Torino
- 13, 21 , 28, 30 Settembre, 5, 12, 19 Ottobre 2018
- Samuele Piazza, Valentina Lacinio
- Tracey Moffat, Jacolby Satterwhite, Wu Tsang, Loretta Fahrenholz, Roee Rosen, Hardeep Pandhal Goldschmid & Chiari, Sonia Boyce, Ramona Ponzini, Drifters, Ligia Lewis, Benni Bosetto, Kiki House of Savoia, Dafne Boggeri, TISANA, RPW Watts, Enrico Boccioletti, Irene Dionisio, Lucrezia Calabrò Visconti, Nicoletta Vallorani, Ilenia Caleo