Questa casa letteralmente incastrata in un lotto stretto e lungo – largo 7m e profondo 70m –, chiusa tra magazzini e laboratori parzialmente convertiti in residenze a Neubau, quartiere denso e storico nel 7° distretto di Vienna, sembra proprio volersi divincolare dal tessuto edificato circostante, facendo capolino tra le costruzioni alla ricerca del cielo e del verde.
Un'architettura dalle proporzioni allungate, infatti, concepita come un ibrido: una casa–giardino che, se non può avvalersi dei diffusi spazi aperti propri di un’area extraurbana dovendo fare i conti con le costrizioni fisiche del contesto, li ritrova in copertura, tra giardini pensili e percorsi piantumati.
L’edificio su tre piani, con una superficie di 165 mq, appare come un baluardo di 4,6m di larghezza e 24m di lunghezza, con una struttura a terrazze ad andamento fortemente digradante – da 12m a 3,4m in altezza, da ovest ad est – che ospitano alberi, arbusti, pareti vegetali e prato: la superficie a verde complessiva di 132 mq garantisce considerevoli benefici in termini micro-climatici, dal raffrescamento al recupero delle acque piovane.
Tutti i piani dispongono di affacci sugli spazi aperti: il piano terra che ospita gli ambienti comuni, il soggiorno e lo studio; il primo piano con il suo ambiente polifunzionale per sala gioco e zona notte; e il secondo piano con la camera da letto principale.
Se l‘esterno è sagomato in base ai vincoli planimetrici esistenti, è all’interno che la composizione trova la sua massima articolazione: quote sfalsate di piani di calpestio e altezze differenziate dei locali – variabili da 2,10m a 6,08 m – creano giochi di incastri di piani e volumi, con il risultato di uno spazio dinamico e flessibile che ammicca al Raumplan di Adolf Loos e favorisce una trama di aperture vivace e irregolare in facciata.
In questo combinarsi, architettura delle masse e architettura degli spazi aperti vanno a creare un’oasi verde, con una spazialità ricca e composita, ritagliata nell’anonimato dell‘ambiente urbano.