Nella regione turca lungo la via della Seta giace un immenso villaggio turistico, poco distante dallo storico villaggio Mudurno, sito Unesco. Si tratta di un complesso di 732 edifici identici da usare come villette, moschee, centri commerciali e complessi termali. La società di costruzione, la Sorut Group, prima denunciata per aver danneggiato il territorio e poi colpita dalla bancarotta, ha lasciato il progetto incompiuto. L'apertura per il mercato era prevista a fine 2019.
La nuova vita di Burj al Babas
Un nuovo cortometraggio prova a immaginare una seconda vita per i castelli del villaggio fantasma turco, che voleva essere fiabesco nel senso più letterale del termine e non è mai stato completato.
Foto Aleandre Humbert.
Foto Aleandre Humbert.
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- Romina Totaro
- 28 febbraio 2020
- Burj al Babas
Il regista e conceptual designer Alexandre Humbert ha lavorato per un breve cortometraggio su questo cantiere dimenticato, in occasione della mostra “Geo-Design: Junk” curata da Martina Muzi e Joseph Grima durante la Dutch Design Week 2019. Per interpretare il tema della mostra (“junk”, ovver spazzatura) l'autore si è chiesto: lo spreco può creare intrattenimento? Alexandre ha passato una settimana a documentare il villaggio fantasma, incontrando gli ultimi 5 operai delle 8.000 persone inizialmente assunte. La chiave di lettura di questo luogo singolare usata dall’artista è immediata: la relazione e l’influenza reciproca tra architettura e immaginario narrativo.
“Come designer siamo narratori, non progettiamo sedie, ma modi di sedersi” dice Alexandre Humbert.
Così Burj al Babas si trasforma in Sleeping Beauties, un resort che possa davvero partecipare ai guadagni economici della regione Unesco, dove nell’immaginario di Alexander i visitatori pagano 10 € per visitarla e fotografare i 732 mini-castelli “inventandosi le loro favole per riempire le stanze vuote”. Come afferma egli stesso “Buri Al Babas non era assolutamente un’aberrazione, ma una logica conseguenza di come i finanziatori immobiliari sono stati ispirati dalle fiabe e la narrativa per vendere architetture poco credibili”.
In questo lavoro di reinserimento del complesso abbandonato nella cultura pop troviamo anche i Meduza, fenomeno italiano del genere house, con il video musicale “Lose Control” prodotto in featuring con Becky Hill e Goodboys.
- Sleeping Beauties
- Alexandre Humbert
- Geo-Design: Junk
- Eindhoven, Paesi Bassi