La mostra “City Killers. For a tourism criticism”, visitabile alla galleria Campo di Roma fino al 26 febbraio 2020, è un’indagine sulle distorsioni urbane e le conseguenze negative del turismo. Con una selezione di autori molto eterogenea, il collettivo Raumplan ne propone una critica a 360°, senza settorializzarsi su settori specifici (come il turismo di massa), ma analizzando piuttosto gli aspetti sistemici.
Il turismo è considerato quasi unanimemente un piacere “buono”. Viaggiare non è più solo un merito o un diritto, ma è diventato un dovere. Questo settore è spesso decantato come l’unica alternativa possibile all’economia industriale o come uno strumento infallibile per valorizzare il patrimonio culturale di città e territori. Ma negli ultimi anni cominciamo a notare l’altro lato della medaglia: ecco che gli interni delle nostre case sono sempre più omologati per rispondere al gusto degli utenti delle piattaforme online di affitto a breve termine; ecco l’assalto degli autobus colorati ai centri storici, trasformati in dei veri e propri villaggi turistici che respingono gli abitanti originali; ecco le grandi compagnie di Real Estate utilizzare l’attrazione turistica come strumento di speculazione immobiliare. In parallelo alla mostra, è stata pubblicata una selezione di testi curata dalla giornalista Lucia Tozzi, che alle riflessioni di alcuni degli autori coinvolti aggiunge preziosi contributi di ricercatori come Sarah Gainsforth e Samuel Stein.