Nell’agenda politica del Giappone ci sono due temi centrali che negli anni a venire ne trasformeranno la società: l’invecchiamento della popolazione e il declino dei centri rurali.
Alphaville: Skyhole
Con un progetto che unisce lavoro e vita comune, Alphaville Architects invita a riconsiderare la scala più piccola, per rivitalizzare lo stile di vita delle aree residenziali suburbane giapponesi.
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- Rafael A. Balboa,Ilze Paklone
- 11 marzo 2015
- Hikone
A dispetto degli sforzi delle amministrazioni regionali e locali per mettere in atto strategie di sostenibilità, oggi in Giappone lo scenario generale è caratterizzato da aree residenziali suburbane che hanno perso potere d’attrazione nei confronti delle generazioni più giovani, le quali continuano a trasferirsi nei centri urbani più grandi con la speranza di uno stile di vita differente. La sola area metropolitana di Tokyo totalizza il 26 per cento dell’intera popolazione nazionale.
Tuttavia c’è anche chi sceglie il percorso opposto, assumendosi volontariamente il rischio di trasferirsi da una grande città alle zone suburbane abbandonate. Eventi come il terremoto del marzo 2011 e le ondate di recessione che hanno colpito alcuni centri hanno indotto questa parte di popolazione a pensare di ricominciare a vivere in una piccola città, facendo affidamento sulle proprie competenze creative. Nella stessa prospettiva alcuni architetti giapponesi che realizzano progetti nelle aree residenziali suburbane hanno imparato dall’esperienza professionale che, alla piccola scala, c’è ampio spazio per la destinazione mista, al di là delle astratte strategie regionali di pianificazione. Un caso esemplare, che racconta di queste inedite iniziative, è Skyhole, una casa situata nel tipico contesto suburbano giapponese di Hikone, nella provincia di Shiga, progettata dallo studio giapponese di Kyoto Alphaville Architects.
La città di Hikone è quello che in giapponese si dice una jōka machi (letteralmente una “città ai piedi del castello”), tipicamente distribuita intorno a una fortezza, per quanto il sito di Skyhole non abbia un rapporto esplicito con questo aspetto, dato che l’area era in origine occupata da risaie ai margini del centro abitato. Kentaro Takeguchi, che dirige Alphaville Architects insieme con Asako Yamamoto, definisce questo onnipresente scenario suburbano giapponese come qualcosa di simile alla “città generica” di Koolhaas: un luogo senza identità.
Il progetto dello studio unisce funzioni residenziali e commerciali, tradizione già presente nelle tipiche abitazioni urbane di legno note come machiya, che univano solitamente spazi di lavoro e di vita comune. Inoltre la proposta ha come riferimento, nella definizione della geometria fondamentale della casa, soprattutto i dati climatici e le caratteristiche ambientali.
Takeguchi ci racconta la storia che sta dietro il progetto: una giovane coppia ha deciso di far ritorno nella zona, dove si trovano le radici familiari del marito. Poiché la moglie è designer di accessori di moda e il marito è un artista che dà anche lezioni di pittura giapponese, uno dei punti critici del progetto consisteva nel fondere senza soluzione di continuità le funzioni private e quelle pubbliche dell’abitazione. La concezione della casa si articola intorno all’esigenza dello spazio complessivo di essere contemporaneamente separato nella parte residenziale e aperto alle occasioni sociali nella parte adibita a studio. Aprire la casa ai vicini o in occasione di manifestazioni speciali si potrebbe considerare come una parziale reinvenzione dell’archetipo dello spazio comune, dato che le abitazioni giapponesi sono tradizionalmente considerate spazi privati riservati ai membri della famiglia, afferma Takeguchi.
Semplice ma pensato con cura, il volume pluridimensionale della casa è inscritto in due fondamentali geometrie sovrapposte. L’orientamento della pianta a parallelogramma corrisponde alle condizioni di illuminazione più favorevoli nelle asperità del clima, lungo l’asse nord-sud. Lo studio, aperto a nord, è illuminato a luce diffusa, mentre la parte residenziale, sul lato meridionale, riceve la calda illuminazione preferibile per la destinazione residenziale.
La forma del tetto costituisce la seconda geometria fondamentale. La discesa del colmo del tetto è collocata lungo la diagonale del parallelogramma, il che sottolinea ulteriormente l’orientamento nord-sud della casa. Poiché la casa doveva comprendere due distinte atmosfere è stata progettata in salita, a partire da un tetto relativamente basso nella zona residenziale per arrivare all’alto soffitto dell’ampio spazio destinato allo studio. Di conseguenza la casa fonde con raffinatezza il carattere raccolto dello spazio residenziale e l’atmosfera severa dello studio.
L’architetto dichiara che, a suo parere, l’uomo si adatta con grande facilità agli spazi e non si sorprende facilmente; quindi le variazioni geometriche di Skyhole sono state pensate per offrire agli abitanti un’esperienza spaziale ricca e ai passanti un’impressione visiva enigmatica, dato che non è mai del tutto chiaro che cosa succeda all’interno del volume. Per i proprietari, entrambi artisti, l’aspetto misterioso della casa funge da espressione pubblica dei loro intenti di vita e di lavoro. Takeguchi conclude dicendo che, invece di progettare uno spazio statico e uniforme, ha voluto inserire variazioni spaziali in un singolo volume, la cui gradualità realizza al meglio la coesistenza di più funzioni.
Più che come un problema, il declino delle aree suburbane in Giappone va visto come la sfida della contemporaneità agli architetti di quel Paese e come lo scenario di nuove occasioni progettuali. Guardando al passato, ogni regione del Giappone ha avuto fin dal periodo Edo la forza di conservare vitali la cultura e l’economia locali. Poiché questo scenario si è trasformato nel tempo, progetti come Skyhole ci invitano a riprendere in considerazione la scala più piccola, in cui si possono ritrovare indicazioni per rivitalizzare lo stile di vita delle aree residenziali suburbane giapponesi.
© riproduzione riservata
Skyhole
Hikone, Provincia di Shiga, Giappone
Progetto e direzione cantiere: Alphaville Architects
Funzioni fondamentali: studio e abitazione
Gruppo di progetto: Tomohisa Koike
Consulenti: Takashi Manda (strutture); Pivot (telai e architettura d’interni)
Committente: Ryo Takahashi, artista
Superficie del sito: 367,97 mq
Superficie calpestabile complessiva: 77,35 mq
Sistema strutturale: telai di legno 2x4, 2x6
Materiali: lamiera grecata galvanizzata, serramenti d’alluminio, calcestruzzo, legno, cartongesso
Periodo di realizzazione: 2012-2014